Roma, 14 giu. - "Tra due anni al massimo le imprese in Europa non potranno più distaccare i propri dipendenti in un altro paese, con l’obiettivo di pagarli meno. Qualche giorno fa, infatti, il Parlamento Europeo ha approvato una legge (modifica alla Direttiva europea 96/71/CE sul distacco transnazionale) con cui mira ad arginare il “dumping sociale” e introduce l’obbligo di parità salariale e di parità di trattamento delle condizioni di lavoro tra i lavoratori distaccati dalle imprese e i lavoratori dello Stato ospitante. Gli Stati membri hanno due anni di tempo per uniformarsi alla nuova legislazione".

"Il distacco è lo strumento, previsto dalla normativa comunitaria, con cui un datore di lavoro in uno Stato membro invia almeno un dipendente a lavorare in un altro Stato membro. I dipendenti sono definiti lavoratori distaccati. Le regole finora esistenti avevano creato disparità di trattamento retributivo tra i lavoratori “distaccati” e i lavoratori “locali” favorendo fenomeni di concorrenza sleale (dumping sociale) tra le imprese e consentito usi impropri, talvolta fraudolenti, della disciplina del distacco. Ora invece, in linea generale, il principio sarà che i lavoratori che lavorano nella stessa impresa e nello stesso Paese avranno diritto allo stesso trattamento economico e occupazionale (o più favorevole se del caso)". 

"In pratica, si impedisce alle imprese di utilizzare il distacco dei lavoratori per pagare stipendi più bassi. Gli Stati membri saranno obbligati ad applicare ai lavoratori distaccati le stesse regole che si applicano ai lavoratori “locali”, indipendentemente dalla legge che regola il rapporto di lavoro. In particolare, ai lavoratori distaccati si applicheranno le norme del Paese ospitante in materia di retribuzione; la durata del distacco viene ridotta a 12 mesi con possibile proroga di altri 6 mesi; ai lavoratori distaccati dovranno applicarsi anche le norme sui periodi massimi di lavoro e minimi di riposo e sulla durata minima dei congedi retribuiti; viene ridotto infine a 12 mesi il periodo in cui il lavoratore distaccato mantiene il regime previdenziale del Paese di provenienza".

"L’utilizzo del distacco lavoratori è aumentato  nella UE di quasi il 70 per cento tra il 2010 e il 2016, anno in cui i dipendenti distaccati hanno raggiunto quota 2,3 milioni. Per quanto riguarda l’Italia: sono quasi 120mila i lavoratori italiani distaccati all‘estero, di cui una buona parte in Germania, Francia e Svizzera. Sono invece oltre 60mila i lavoratori di origini europee distaccati in Italia, più della metà provenienti da Germania, Francia e Spagna. Fino al momento del recepimento della nuova Direttiva, il distacco transnazionale continuerà ad essere regolato dalle disposizioni vigenti".

 

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