Roma, 19 lug. - "Nel White Paper sulla Brexit, reso pubblico in questi giorni, il Governo conservatore di Theresa May promette in linea di principio che farà di tutto per assicurare i diritti essenziali ai cittadini dell’Unione Europea in Gran Bretagna e ai cittadini britannici nell’Unione Europea, ma confessa che fino ad ora nessun accordo è stato raggiunto, e che anzi "an agreement has not proven possible. Tuttavia il Governo britannico si impegna a mantenere la tutela dei diritti dei lavoratori e assicura che tali diritti verranno addirittura migliorati come è già avvenuto in molti settori dell’assistenza sociale e familiare".

"Se da una parte quindi il White Paper cerca di evidenziare la volontà del Governo britannico di tutelare i diritti individuali, dall’altra non contiene però neanche una riflessione o una semplice parola su ciò che accadrà a quei diritti "collettivi" che invece sono maturati o si potrebbero maturare grazie a regolamenti e direttive europee sovranazionali che attualmente coordinano i sistemi di libera circolazione e di sicurezza sociale nell’ambito dell’Unione".  

"Restano aperti una molteplicità di quesiti. Per esempio si potranno ancora totalizzare i periodi di contribuzione che garantiscono numerose prestazioni previdenziali? Saranno ancora esportabili le prestazioni familiari o di disoccupazione? Sarà garantita la parità di trattamento dei lavoratori europei con quelli nazionali? Saranno riconosciute le prestazioni assistenziali ai lavoratori dell’Unione? Come verranno riconosciuti i diritti in materia di malattia, maternità e paternità, in materia di assistenza sanitaria e di prestazioni in caso di infortuni sul lavoro e malattie professionali quando non saranno più applicabili i regolamenti attualmente in vigore? Insomma anche se il momento dell’uscita dalla UE del Regno Unito non è ancora vicinissimo, sarebbero auspicabili delle risposte rassicuranti e chiarificanti per tutti i nostri lavoratori". 

"Proprio per tenere alta l’attenzione del Governo anche su questi dettagli abbiamo presentato una interrogazione - sia al Senato che alla Camera - chiedendo quali azioni i Ministeri degli Affari Esteri e del Lavoro hanno già promosso o intendono attivare per comprendere e valutare con esattezza quali potranno essere le conseguenze della Brexit sulla libera circolazione e sui diritti socio-previdenziali dei nostri connazionali. E inoltre quali misure siano già state adottate o si intendano adottare per salvaguardare i diritti acquisiti dai nostri connazionali in materia socio-previdenziale in base ai Regolamenti comunitari di sicurezza sociale e per garantire che in futuro le previsioni di tali Regolamenti possano essere mantenute anche dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea".