Roma, 27 giu. - "I cittadini europei hanno compiuto in prevalenza una scelta democratica, resistendo alla spallata delle montanti forze sovraniste e antieuropeiste. L’affermazione che tali partiti hanno avuto, tuttavia, dove sono al governo e in altri importanti paesi, come la Francia e l’Inghilterra, segnala l’apertura di una legislatura difficile e rimarca l’esigenza di politiche attive di cambiamento, soprattutto nel campo del lavoro, dell’economia e dei migranti. L’Italia esce dal voto segnata dall’ombra nera del successo leghista e con un ribaltamento nei rapporti tra le forze del governo giallo-verde che prelude a ulteriori tensioni e instabilità e promette altra paralisi. A spese del paese, fermo e isolato, dei ceti attivi e di quelli più emarginati, che si stanno già accorgendo dei limiti e della precarietà del trionfalismo assistenzialistico che ha caratterizzato il patto di governo.

La netta ripresa del Partito Democratico, primo partito in una regione come la Toscana e in una città come Milano, è un importante segnale non solo per chi in esso si è riconosciuto ma per l’Italia perché significa che è stato compiuto un primo, sostanziale passo per la costruzione di un’alternativa di centrosinistra alla deriva populista e autoritaria che sta pericolosamente avvolgendo la democrazia italiana. Siamo sulla strada giusta, anche se il cammino non sarà facile e breve. Ci vorranno, tuttavia, la disponibilità e il senso di responsabilità di altre forze della politica e della società civile per superare una prova dura e inquietante.

Il voto degli italiani all’estero residenti in Europa conferma largamente il PD, con il suo 32%, come primo partito. Un elettore su tre ha votato PD. La percentuale dei votanti, limitata dalla scelta di molti di votare per i partiti e i candidati locali, è ancora bassa, ma è significativo che nonostante il drastico ridimensionamento del numero dei seggi, voluto dall’attuale governo, e le pesanti difficoltà logistiche e organizzative palesatisi in diverse realtà, sia aumentata rispetto alle scorse elezioni. Anche questi sono segnali da cogliere. Chi guarda l’Italia con distacco, potendo comparare sistemi di vita e pratiche democratiche, non partecipa a plebisciti ieri per i 5Stelle e oggi per Salvini, ma si affida a forze riformatrici e di sicura caratura democratica, capaci di dare una buona immagine dell’Italia nel mondo. Gli italiani all’estero, insomma, sono già sulla strada della costruzione di un’alternativa democratica e di centrosinistra ai populisti italiani. Il loro contributo sarà, come nel passato, determinato, originale e utile.