Roma, 6 giu. -  I frontalieri hanno tempo fino al 31 luglio di quest‘anno per regolarizzare la propria situazione fiscale, là dove non avessero precedentemente dichiarato una serie di redditi. Nello specifico si tratta di somme detenute su conti correnti e su libretti di risparmio all’estero – nonché proventi derivanti da vendita di immobili detenuti all’estero – da parte di soggetti fiscalmente residenti in Italia (o dai loro eredi), in precedenza residenti all'estero e iscritti all’Aire, o che hanno prestato la propria attività lavorativa in via continuativa all'estero in zone di frontiera (i cosiddetti frontalieri) e in Paesi limitrofi, derivanti da redditi prodotti all'estero di lavoro dipendente o autonomo.

Si tratta di soggetti che, in modo spesso inconsapevole, non hanno rispettato gli obblighi di dichiarazione previsti da una legge italiana del 1990 (la n. 167) che stabilisce che le persone fisiche residenti in Italia che detengono investimenti all'estero, suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia, devono indicarli nella dichiarazione annuale dei redditi. La procedura di regolarizzazione prevede il versamento del 3 per cento, a titolo di imposte, sanzioni ed interessi, del valore delle attività e della giacenza al 31 dicembre 2016.

La disposizione (prevista nel Decreto fiscale 148 collegato alla Legge di Bilancio 2018 grazie ad un emendamento del PD a firma Micheloni e Santini) vuole venire incontro alle migliaia di contribuenti emigrati che altrimenti avrebbero rischiato delle penalizzazioni fiscali molto severe. Venerdì scorso l'Agenzia delle Entrate ha finalmente notificato le precise modalità per il pagamento dell’importo dovuto, che potrà essere versato in un’unica soluzione o ripartito in tre rate mensili. Il modulo è disponibile in formato elettronico sul sito internet dell’Agenzia delle entrate www.agenziaentrate.gov.it