La Farnesina accoglie la richiesta della Vicepresidente commissione Esteri del Senato

Roma, 10 mar. - "Gli italiani nel mondo hanno due anni di tempo in più per prepararsi alla progressiva digitalizzazione di tutte le pratiche collegate ai servizi consolari. L'obbligo di autenticazione digitale per accedere ai servizi della pubblica amministrazione, entrato in vigore a livello nazionale il primo marzo scorso, è stato prorogato per l’accesso dall'estero su mia richiesta. Lo ha confermato il sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova, rispondendo ad una mia interrogazione parlamentare sui possibili problemi che si sarebbero creati rendendo obbligatorio l'accesso ai servizi consolari soltanto attraverso un supporto digitale. Ad esempio per fissare un appuntamento presso i Consolati, o per richiedere qualsiasi tipo di servizio". Lo dichiara la senatrice Laura Garavini, Vicepresidente commissione Esteri.

"Il sottosegretario ha confermato che fino al marzo 2023 la fruizione dei servizi consolari in rete non sarà vincolata all’obbligo di Carta di identità elettronica o di Spid (Sistema Unico di Accesso con Identità Digitale). Lo stesso portale Fast IT rimarrà quindi accessibile tramite la semplice richiesta di credenziali ottenibile attraverso la compilazione del form on line. O, naturalmente, tramite Spid per chi lo abbia già attivato. In particolare, la necessità di rilascio e utilizzo dell'identità Spid è stata rinviata a dicembre 2022, mentre l'obbligo della CIE entrerà in vigore a marzo 2023. I cittadini all'estero potranno quindi utilizzare da quel momento l'una o l'altra per l'identificazione e l'accesso ai servizi consolari in rete".

"Già con il governo Renzi avevamo avviato con convinzione l'opera di digitalizzazione della Pa. Se da un lato è opportuno che questo processo proceda di pari passo in Italia ed anche all’estero, d’altro lato é necessario prevedere un periodo di transizione che agevoli i nostri connazionali - anche meno avvezzi all’uso delle nuove tecnologie - ad usufruirne. Anche perché molti connazionali all'estero sono ancora sprovvisti della registrazione Spid o del documento elettronico, la cui emissione è iniziata all’estero solo da poche settimane. Per questo motivo, il passaggio repentino a un accesso esclusivamente digitale avrebbe causato un oggettivo problema di inaccessibilità per queste persone ai servizi anagrafici. Bene, quindi, che il governo abbia deciso di dilatare i tempi - conclude Garavini -. Consentendo agli italiani nel mondo di adeguarsi alle nuove modalità. Adesso é importante che si attui una campagna informativa per aggiornare i connazionali ed indurli a dotarsi per tempo del codice di autenticazione SPID e della carta di identità elettronica. Inoltre è necessario facilitarne l’utilizzo, superando una serie di problemi tecnici, da me comunicati al Sottosegretario della Vedova".