Roma, 24 giu. – “Gli italiani nel mondo scontano per primi alcuni ritardi della burocrazia italiana. Sia perché vivono spesso in paesi dove i servizi pubblici sono già digitalizzati e più accessibili. Sia perché, abitando all’estero, non hanno la possibilità di recarsi personalmente negli uffici pubblici per risolvere eventuali pratiche in sospeso. Ecco perché insieme al collega di Italia Viva, Massimo Ungaro, abbiamo presentato una serie di emendamenti specifici al decreto Semplificazioni alla Camera. Con i quali puntiamo a risolvere alcune questioni semplici e molto pratiche”. Lo dichiara la senatrice Laura Garavini, Vicepresidente commissione Esteri e Vicecapogruppo vicaria Italia Viva-Psi.

“A partire dall’emissione della carta di identità elettronica anche presso il Comune di residenza in Italia, esattamente come avveniva con il documento cartaceo. In maniera tale da alleggerire i consolati dal carico di lavoro già molto elevato al quale devono far fronte. L’invio di personale temporaneo presso i Consolati così da superare i ritardi accumulati causa COVID. Uno specifico emendamento è poi finalizzato alla riduzione del numero delle firme necessarie per la presentazione di liste alle elezioni Comites. Le firme andrebbero infatti raccolte di persona su territori molto estesi. Un’ipotesi non praticabile, con una mobilità ancora in parte limitata e il rischio di contagio legato alle varianti”.

“E ancora, con un ulteriore emendamento si richiede che per l’emissione dello Spid non sia necessario un cellulare italiano o un indirizzo in Italia a chi risiede all’estero. È ancora che si promuovano all’estero le misure da noi introdotte per l’attrazione di capitale umano in Italia. Infine, un ultimo emendamento è dedicato alla possibilità di modificare il proprio indirizzo di residenza Aire senza dover necessariamente rientrare nel Comune italiano. Una pubblica amministrazione più semplice è uno degli obiettivi fondanti di Italia Viva. Ecco perché, nel decreto Semplificazioni, ci siamo impegnati per fare in modo che lo Stato sia accessibile a tutti. In Italia e all’estero” concludono Garavini e Ungaro.