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La Newsletter di Laura Garavini


Care amiche e cari amici in Europa,

 

sono ore difficili. Nella difficoltà si sente ancora più forte il valore degli affetti e della comunità. Vorremmo essere più vicini ai nostri cari, ma adesso é il momento di stare in casa. Lo ho detto in diverse interviste. Ad esempio alla Radio pubblica tedesca Deutschlandfunk. Dobbiamo farlo per la nostra salute. Ma soprattutto per quella dei nostri cari. In queste ore abbiamo l’impulso di partire e di tornare in Italia, per abbracciare genitori, figli, parenti lontani. È normale. È umano. Ma proprio questo è il momento meno felice per farlo. Perché quell'abbraccio potrebbe trasformarsi in un pericolo di contagio. Per questo motivo, siamo tutti chiamati a fare un sacrificio. Rinunciare oggi al calore di un abbraccio. Per poter continuare, domani, a stringere a noi le persone che amiamo.

Valutare bene se rientrare
La lontananza è ancora più pesante per chi vive all‘'estero. Sono tanti i connazionali che, in queste ore, manifestano il desiderio di rientrare. Sia per  stare vicini ai loro affetti, sia perché si sentono più garantiti dal sistema sanitario pubblico italiano. Eppure, nonostante si tratti di richieste comprensibili, il mio consiglio è di valutare attentamente se rientrare. Un lungo viaggio potrebbe facilitare un possibile contagio, compromettendo la salute di chi sta bene. Inoltre, si rischia di diventare veicolo del virus nei confronti dei propri cari, inconsapevolmente, all'arrivo. Allora, l’imperativo per tutti è: stare a casa. In Italia così come all'estero. Per ogni info utile potete cliccare su questo sito 'Insieme contro il Coronavirus' che abbiamo predisposto appositamente per gli italiani nel mondo, per affrontare al meglio tutte le difficoltà connesse al coronavirus. Se invece decidete di partire, è consigliabile consultare il sito dell’Ambasciata o del Consolato più prossimo alla vostra residenza e seguire i loro consigli. L’Unità di crisi della Farnesina sta gestendo i contatti con i connazionali tramite la sua rete nel mondo. Trovate ogni info utile sul sito Viaggiare sicuri del Ministero degli Affari Esteri.
 
Erasmus, vicini anche se distanti
Capisco bene le preoccupazioni e l’ansia delle tante ragazze e ragazzi Erasmus, e delle loro famiglie. In ogni singolo caso va valutato attentamente se sia il caso di interrompere o meno il periodo di studio all'estero. In generale faccio miei i suggerimenti dell’Erasmus Student Network che invita a continuare l‘Erasmus. Chi però intendesse sospendere il programma di studio o lavoro all’estero appellandosi alla ‘clausola di forza maggiore‘, può farlo senza incorrere in sanzioni economiche. La richiesta di autorizzazione della causa di forza maggiore dovrà essere inoltrata tramite Pec entro il 20 aprile 2020 per i progetti relativi alla Call del 2018 oppure entro il 29 maggio 2020, per quelli del 2019. Per la Pec e i moduli, è possibile rivolgersi al proprio ateneo. Gli studenti attualmente all'estero possono contattare la propria Università, così come la Farnesina o l’Ambasciata del paese nel quale svolgono il loro periodo di studio. Trovate informazioni precise al sito 'Erasmusplus'.
 
Coronavirus, come riconoscerlo e cosa fare
I sintomi più comuni del coronavirus sono simili a quelli influenzali: febbre, male alle ossa, difficoltà a respirare, tosse. Se sentite questi sintomi o avete il dubbio di poter essere stati contagiati, NON recatevi al pronto soccorso o dal medico. Ma chiamate telefonicamente il medico di famiglia, il pediatra o la guardia medica. Dall’Italia potete chiamare il numero verde regionale. Per ogni altra informazione sul nuovo coronavirus, potete consultare il sito del Ministero italiano della Salute con tutte le info a questo link oppure consultate il sito da noi predisposto per gli italiani all'estero, alla pagina relativa al paese in cui vivete.

#iorestoacasa, ma in sicurezza
Rimanere in casa non è un invito sempre rassicurante. Purtroppo può succedere che proprio tra le mura domestiche si verifichino violenze ed abusi. Se stare in casa si trasforma in un incubo è il momento di chiedere aiuto. Chiamando i centri antiviolenza, indipendentemente dal paese nel quale si vive. In questo sito si trovano i rispettivi numeri di emergenza, per ogni singolo paese.
 
Aiutiamo chi aiuta
In tanti ci stiamo chiedendo se possiamo essere utili. In qualche modo, in questa fase complicata. Come Italia Viva all'estero abbiamo pensato di promuovere una raccolta fondi a favore della Croce Rossa Italiana. Una rete preziosa di volontari, infermieri, ausiliari, il cui apporto, in questi giorni, è fondamentale. Per prendere parte alla raccolta fondi, basta cliccare qui.
 
Medici e infermieri. Da Nobel
Non finiremo mai di ringraziare medici, infermieri, personale sanitario. Veri e propri eroi, che in Italia, ma ovunque nel mondo, là dove ci siano focolai di coronavirus, stanno mettendo a repentaglio la loro stessa incolumità per spirito di sacrificio. Salvando vite umane e lavorando spesso in condizioni estreme, pur di accudire i malati da coronavirus. Ecco perché come Italia Viva abbiamo lanciato una petizione, con la quale chiediamo un riconoscimento simbolico a tutto il personale medico ed infermieristico: assegnargli il premio Nobel per la Pace. Se anche tu condividi questa proposta, oltre a firmarla aiutaci a diffonderla, attraverso questo link.
 
Dall'Europa un aiuto concreto
Sbaglia chi usa questa drammatica contingenza del coronavirus per sparare a zero contro l’Europa. È vero che non sono mancati ritardi e iniziali egoismi. Ma è anche certo che non avremmo mai la forza e la stabilità che ci garantisce l‘Unione Europea, se fossimo un semplice Stato nazionale. Purtroppo è piuttosto probabile che all'emergenza sanitaria segua una emergenza economica. Ed il fatto che la Banca centrale europea la notte scorsa abbia stanziato 750 miliardi di euro, in aggiunta ai primi 120 miliardi, per garantire l‘acquisto di titoli di tutti gli stati nel corso di quest’anno, è una garanzia che dà solidità e fiducia a tutti. Anche in questa occasione, l’Europa si conferma un valore, prima ancora che un’istituzione. È il valore dell’unità, della solidarietà, del sostegno reciproco. Sono fiera di essere europea. Così come sono fiera di essere italiana. E, in un momento di difficoltà come quello legato a questa epidemia globale, non c’è nessun altro luogo al mondo in cui mi vorrei trovare. È una fase complicata. Ma #andràtuttobene. Coraggio.
 

Roma, 19 marzo 2020
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